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Il rifugio dove si salvano gli animali maltrattati 
 
CHIAVERANO - Jasmin, il lama, sta passando una vecchiaia serena. Guarda le persone senza diffidenza e accetta il cibo dalla mano dell’uomo. Eppure 12 anni fa non se la passava affatto bene. La sua casa era lo zoo di Montalenghe, ha patito fame e sofferenze con il fallimento della struttura, rischiando di finire chissà come o chissà dove. Dal ‘98 Jasmin vive in un grande recinto immerso nei boschi della Serra d’Ivrea, in località Scalveis a Chiaverano (lungo la provinciale che unisce Andrate a Sala Biellese). Con lui ci sono ancora altri animali salvati da Montalenghe: alcune capre, un maialino vietnamita. Ma a Scalveis ci sono anche una mucca, pecore, uccelli, un’asina, una volpe e altro ancora: poco meno di 40 animali che hanno trovato cure e affetto dopo aver subito maltrattamenti o essere stati abbandonati.
 
A creare questo «rifugio» è stata Angela Revel Chion, di Chiaverano. Da sempre impegnata nel volontariato per gli animali, in prima linea a fianco della magistratura in operazione di sequestri (fece scalpore il caso dello zoo di Napoli, nel 2004, con oltre 500 animali poi sistemati in tutta Italia), nel ‘98 ha deciso di mollare il suo lavoro e di vendere la casa per comprare un rudere senza acqua né luce a Scalveis e alcune migliaia di metri quadrati di terreno. In contemporanea ha fondato l’associazione Nata Libera, nome che ai meno giovani ricorderà una fortunata serie televisiva con protagonista una leonessa. «Il nostro obiettivo? Salvare gli animali vittime di crudeltà - spiega -, restituire loro dignità e rispetto, curarli, e, per quanto possibile, fare in modo che tornino alla loro vita».
 
Bel progetto, ma tutt’altro che facile da portare avanti. La struttura di Nata Libera si fonda esclusivamente su un gruppo di tenaci volontari, ma i costi sfiorano i 50 mila euro all’anno. Contributi pubblici? Neanche a parlarne. Le uniche sovvenzioni sono i 15 mila euro all’anno garantiti dall’Aispa (associazione animalista inglese che aiuta le realtà italiane) e, ora, i 5 mila euro stanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Tutto il resto arriva da donazioni e offerte, oltre che dalle tasche di Angela Revel Chion e dalla sua grande forza animo, la stessa che due anni le ha permesso di superare una grave malattia. «Riusciamo a tenere fra i 35 e i 40 animali - spiega la presidente di Nata Libera -, purché abbiano le caratteristiche per vivere in questo ambiente. C’è molta rotazione, soprattutto per i selvatici: in zona non ci sono centri idonei per curarli, noi cerchiamo di recuperarli per poi rimetterli in liberta».
 
Il problema resta quello di trovare le risorse. Grazie anche a nuovi volontari, si sta cercando di promuovere l’associazione e la sua attività. Il sito Internet (www.natalibera.org) per ora è solo in inglese, ma presto avrà anche una versione in italiano, mentre è sempre più cliccata la pagina Facebook. Inoltre sta partendo la campagna di tesseramenti e per il futuro sia sta studiando la possibilità di dedicare un giorno alla settimana alle visite. Per informazioni e donazioni si può telefonare al 347/3250113. 
 
MAURO REVELLO CHION 

La Stampa

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