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19 giugno 2012 - Si aggirano fra le tendopoli, alcuni con la coda fra le gambe per la paura che la terra torni a tremare, il pelo arruffato e la lingua a penzoloni per il sole a picco sui loro musi. Ci sono anche molti animali tra gli sfollati per il terremoto che in Emilia ha seminato morte e distruzione. Cani, gatti, persino qualche coniglio nano. Impossibile tenerli sotto le tende, dove lo spazio è ridotto. A loro ci ha così pensato il centro Fauna selvatica 'Pettirosso' di Modena, che oggi pomeriggio a Cavezzo ha inaugurato un campo per gli amici a quattro zampe.

    

"Lasciare gli animali vicini ai loro padroni significa dare almeno una parvenza di normalità", spiega il responsabile del centro, Piero Milani. Al campo Abruzzo, dove vivono oltre 600 persone, anche una carezza può servire a recuperare quel senso di routine che manca ormai da quasi un mese. "Da qualche parte bisogna pur ricominciare - aggiunge - e aiutare gli animali serve anche a questo". Per questo motivo, accanto alle tende è stato creato un mini campo. Dieci 'box' realizzati con il contributo della guardia di finanza, che da oggi pomeriggio ospita altrettanti animali. Il più grande è un terranova, il più piccolo un carlino. "Chi ha perso la casa e vive in tenda, o peggio ancora in auto, può affidare a noi il suo cane o il suo gatto", spiega Milani.

    

"Noi provvederemo ad accudirli gratis, dal mangiare alle visite veterinarie, fino a quando non potranno tornare a casa con i loro padroni", aggiunge. Nessuno sa ancora quando avverrà. "L'emergenza sarà lunga - prevede il 'novello Noe'' -. Il campo è stato infatti costruito soprattutto in previsione dell'autunno e dell' inverno". Nel frattempo si cercano aiuti per portare avanti anche l'attività del centro 'Pettirosso', che in queste settimane ha salvato decine di animali. Molti uccelli rimasti sotto le macerie dopo che il sisma ha fatto crollare insieme ai tetti delle case i loro nidi, qualche maiale sfuggito dalle stalle danneggiate dal sisma.

E persino un cucciolo di volpe, che era rimasto intrappolato nel crollo di un fienile. A salvarla erano stati proprio i volontari del centro fauna selvatica, che tra qualche giorno verrà liberata. "Se l'é cavata per un pelo - conclude Milani - d'ora in poi ci penserà due volte ad infilarsi in un fienile".

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