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CAVAION (VR): ANCORA PROIETTILI CONTRO I GATTI
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17 aprile 2010 - Cavaion (VR) - Strage di gatti in via Berengario, la strada che dal municipio scende verso la rotonda in direzione Bardolino. È un quartiere molto popolato e con alta densità di abitazioni.
Lì, qualcuno, con sadismo, si diverte a sparare ai gatti con il «flobert», il fucile ad aria compressa che spara pallini di piombo.
La «Rossa» è il quarto gatto impallinato in poco tempo nei giardini dietro le case che si affacciano sulla via. Probabilmente la gattina ce la farà ma altri due sono morti ed un quarto vive con due degli stessi pallini in corpo.
La signora Lucia Duello, 53 anni, insegnate di scuola materna, abita con il marito Giorgio Andreazza e la figlia Alessia in una di queste palazzine affiancate le une alle altre, lungo la via. Con la famiglia vive anche Whisky, un gattone dagli occhi azzurri. Loro, sebbene non siano i proprietari dei gatti che vivono in cattività, si prendono cura anche di Puzzo e della Rossa, portandogli tutti i giorni del cibo.
«Il giorno di Pasqua», spiega Lucia, «mio marito è sceso alle otto come tutti i giorni per portare da mangiare ma la Rossa non c’era. Poi, a mezzogiorno, la vediamo dalla finestra nel giardino di sotto, come sempre sdraiata al sole. Alle cinque del pomeriggio la chiamiamo per un bocconcino, ma non si muove. Allora», continua Lucia, «andiamo giù a vedere cosa le è accaduto e
la troviamo con la bava alla bocca, praticamente morta. Ci siamo precipitati alla clinica veterinaria di Lazise, che sappiamo essere aperta sempre 24 ore al giorno».
Lucia continua: «Al controllo radiografico i dottori
hanno scoperto che aveva 5 pallini in corpo e non si poteva sapere se sarebbe sopravvissuta o meno».
La Rossa, per fortuna, sembra avercela fatta. La dottoressa Marta Toniolo che l’ha curata spiega: «Sta meglio, ha iniziato a mangiare. Con la radiografia sono risultati visibili almeno 4 pallini: due nel torace e due nel gluteo e nell’arto sinistro. La sua fortuna è stata che non hanno colpito organi, occhi o la testa».
La famiglia Andreazza mostra la radiografia del torace di Puzzo, con i due pallini impiantati con cui convive da due anni. «In luglio», racconta Lucia, «la mia vicina ha trovato il suo gatto agonizzante. Non ha fatto in tempo ad arrivare dal veterinario qua a Cavaion, come è arrivata è morto. Aveva questi stessi pallini.
La settimana scorsa, il 31 marzo, è stato trovato morto un altro gatto randagio, con la bava alla bocca anche lui, sempre qua sotto. Ed ora il giorno di Pasqua hanno sparato anche alla Rossa».
Martedì Lucia è andata a sporgere denuncia sia alla polizia locale che ai carabinieri di Cavaion, dopo aver chiamato l’ente protezione animali di Verona per segnalare i fatti.
L’Enpa infatti era già intervenuto 4-5 anni fa, sempre su segnalazione della famiglia, quando si era formata la colonia di gatti dalla quale sono nati anche Puzzo e la Rossa. «Continuavano a riprodursi, così abbiamo chiamato la protezione animali e nella stessa giornata sono venuti con le gabbiette a prenderli, li hanno sterilizzati e poi riportati qui. Con i vicini siamo riusciti a farli adottare da varie famiglie».
«Abbiamo voluto denunciare anche pubblicamente la vicenda, perché se nessuno fa niente qua la strage continua. Ora attendiamo il ritorno della Rossa, sperando che azioni così spregevoli non si ripetano e che i responabili si sentano almeno feriti allo stesso modo di questi poveri gatti che non fanno male a nessuno»,
conlude Lucia Duello, che ora deve anche sobbarcarsi il conto della clinica veterinaria.
L'ARENA GIORNALE DI VERONA
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