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La padrona cade in casa, il cane l’accudisce e la salva
Ogni tanto, piantate fra le brutture della cronaca, spuntano poche righe, quante ne bastano a riempire uno scarno lancio d’agenzia, che però ti ingolosiscono su un’altra realtà. Sono piccole storie che vorremmo poter leggere di continuo, sia per il loro esito, sia per quello che raccontano. Ieri, nelle poche righe, c’era l’avventura di un cane che vive alla periferia di Carrara con la sua padrona.
Un cagnetto di quelli con più sguardo che corpo, con più riconoscenza che pretese. Un cagnetto che ha vegliato la sua padrona, caduta dal letto e ferita, per due giorni che saranno sembrati lunghissimi entrambi. L’ha accudita sino a quando, finalmente, qualcuno dei vicini lo ha sentito abbaiare con insistenza e ha dato retta al suo allarme. E così l’animale ha permesso di soccorrere e salvare la sua padrona, una pensionata di 63 anni, immobilizzata. I vigili del fuoco hanno forzato la porta d’ingresso e trovato la donna ancora svenuta sul pavimento della camera da letto. L’anziana è poi stata rianimata dal personale del 118 e dal medico di famiglia.
Storie incredibili ma in realtà frequentissime. Gli animali che salvano, accudiscono, accompagnano fino alla fine il proprio padrone in realtà sono tanti. E chi a riguardo fosse scettico può sempre provare a digitare su Google le parole «cane» e «veglia» per farsi tornare alla mente le tante storie, strazianti o a lieto fine, delle quali si sono resi protagonisti gli animali e i loro «genitori» o i loro compagni di vita. Com’era successo durante il terremoto in Giappone, nella città di Mito, dove un bastardino era rimasto fermo e irremovibile per ore, in mezzo alle macerie, per vegliare il compagno ferito. Il cane aveva deciso di seguire le squadre della protezione civile solo quando il suo amico a quattro zampe era stato soccorso. A nulla erano servite le insistenze di esercito e volontari che tentavano di portarlo via di lì. Un video della tv giapponese mostrava l’animale vegliare sull’altro cane, riverso per terra su un fianco. E mentre cercava di attirare l’attenzione delle squadre di soccorso, sembrava addirittura accarezzare con una zampa il compagno ferito. E poi c’era stata la storia del cane Bruno che aveva vegliato per cinque giorni il suo padrone morto a Verona. Per cinque giorni è stato accanto all’uomo senza vita. Aveva abbaiato tanto per chiedere aiuto, ma vivevano isolati. Isolati e in loro due. Il padrone si chiamava Biagio, un signore di nemmeno 70 anni, vedovo senza figli, che abitava nella Bassa veronese. Bruno non lo voleva lasciare neppure al cimitero... E poi la storia di Francis, un barboncino nero che a Padova aveva commosso anche i poliziotti corsi in soccorso della sua padrona, ormai purtroppo senza vita. Si era dannato per chiamare aiuto Francis. Come poteva, a modo suo: ululando.
di Redazione Il Giornale