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Gatta incinta impiccata nel centro di Carloforte
Un nuovo caso di violenza contro gli animali è stato segnalato dall’associazione animalista “Acùa”, che ha denunciato l'episodio ai carabinieri. Si tratterebbe di un caso di sevizie e uccisione di una gatta partoriente, avvenuto nel centro storico
CARLOFORTE - 29 febbraio 2012 - Un nuovo caso di violenza contro gli animali, scuote la comunità isolana. Il fatto, è stato segnalato dall’associazione animalista tabarchina “Acùa”, con tanto di denuncia ai carabinieri contro ignoti, nel tentativo di risalire all’autore o agli autori della macabra uccisione di un gatto.
Secondo quanto riferito dai responsabili dell’associazione, si tratterebbe di un caso di sevizia e uccisione di una gatta partoriente, avvenuto tra l’altro in pieno centro storico, lungo la Scalinata 4 Aprile 1943, probabilmente la sera di martedì scorso. La segnalazione dell’episodio è stata compiuta da un’associata, intorno alle 22, mentre transitava nei pressi della storica scalinata. La gatta, era allo stadio finale della gravidanza ed è stata impiccata con uno spago legato al cancello di un’abitazione, come detto dalla testimone. Consideratii numerosi casi precedenti di avvelenamenti e le sparizioni inspiegate di gatti nella stessa zona, l’associazione Acùa ha deciso di divulgare il triste episodio, affinchè se ne abbia pubblica coscienza.
“Il nostro intento — hanno spiegato le responsabili dell’associazione — è quello di sensibilizzare affinché la gente possa appoggiarsi a noi per qualsiasi caso di maltrattamento o sevizia su animali, al fine di perseguire legalmente i colpevoli, come previsto dalla legge 189 del 20 luglio 2004”.Non è la prima volta che nel centro abitato e nell’isola di San Pietro, si verificano maltrattamenti ed uccisioni di animali domestici, come denunciato dalle associazioni di categoria e dai veterinari isolani
Sono molteplici, ad esempio, i casi di gatti impallinati a fucilate o avvelenati da bocconcini letali, nel tentativo di sbarazzarsi velocemente e brutalmente di animali indesiderati, senza il minimo timore di incorrere in reati penali e rischiare il carcere. Idem dicasi per i cani, sempre più esposti al rischio di avvelenamenti o maltrattamenti, soprattutto i randagi.
Per capire l’ampiezza del fenomeno, sarebbe opportuno censire la popolazione di gatti e cani presente nell’isola, procedendo alla schedatura (obbligatoria per legge, con l’inserimento di un microchip sottocutaneo) e alla sterilizzazione di randagi e non, in modo da controllare le nascite e scongiurare la malsana abitudine di sbarazzarsi di femmine gravide senza scrupolo alcuno.
La Nuova Sardegna