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14 lug 10 - Ben trentadue gatti uccisi nell’ultimo mese. E un misterioso killer che li attrae con esche avvelenate. Il perché non è dato sapere e fa parte del mistero che tiene banco in questo inizio d’estate sull’isola azzurra.
Le denunce ai carabinieri di Monica Costante e Silvia De Gregorio sono sempre state puntuali. Sono «addette ai lavori», rispettivamente, presidente e vicepresidente dell'associazione di volontariato «I migliori amici» che da anni si occupa, grazie al contributo di tanti amanti degli animali, di curare e sfamare le colonie dei gatti capresi. I trentadue felini uccisi, tutti bellissimi, appartenevano alle due colonie di Marina Piccola. Dodici di loro erano anche stati sterilizzati a spese dell'associazione.
 
Quest'anno il primo allarme è stato lanciato da un giardiniere che ha ritrovato agonizzanti i dodici gatti della colonia di via Mulo dopo averli visti mangiare del pesce. Ha subito avvertito una volontaria dell'associazione che, assieme alla polizia si è recata sul posto. Alcuni, sono stati soccorsi e portati ad Anacapri dal veterinario che, dopo aver fatto il possibile per salvarli, ne ha potuto solo constatare il decesso per avvelenamento. Le morti si sono susseguite sino a pochi giorni fa, con il ritrovamento di tre gattini senza vita che sono stati poi inviati all'Istituto Zooprofilattico di Portici. Si attendono i risultati dell'autopsia. Sino ad oggi, nonostante le denunce contro ignoti, non si è riuscito a trovare i colpevoli. Non è la prima volta che a Capri accadono cose simili. Ma l'anno scorso i gatti uccisi, sempre a Marina Piccola, furono dieci. Ora si è già a trentadue e si teme che il killer possa colpire ancora.
 
E non sono solo i gatti ad essere vittime di queste azioni criminali, ma anche i gabbiani, i cui corpi senza vita vengono spesso ritrovati durante la stagione estiva da turisti e villeggianti. Molti con le ali spezzate. «Non possiamo imporre o pretendere che ogni cittadino nutra amore per gli animali, ma pretendiamo che non vengano uccisi. Le amministrazioni capresi però dovrebbero tutelarli. I gatti che per Capri sono un simbolo, quasi come per Roma. I colpevoli di questi delitti devono pagare».
Monica Costante e Silvia De Gregorio, fanno appello al Comune di Capri e alla sensibilità dei cittadini. Ad un gatto si deve il nome del primo bar dell'isola, lo «Zum Kater Hiddigeigei», chiamato così in onore del simpatico gatto sfaticato Hiddigeigei protagonista dell'opera parafilosofica « Il trombettiere di Sackingen» di Victor von Scheffel. Ed è noto anche l'amore che Axel Munthe nutriva per gli animali creando persino un cimitero per i suoi cani nel proprio giardino.
Capri non può diventare nota ora come l’isola che ammazza i gatti.
 
Federica Rispoli - Corriere della Sera 


 
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