maggio 2009 - Sono 1700 i cani randagi presenti in strutture del catanese, al 31 dicembre 2008.

Questo è il primo dato di un censimento che proseguirà nei prossimi mesi per accertare quanti siano i branchi e dove vivono. I cani randagi - se pericolosi - dovranno essere catturati, soccorsi, ricoverati e sterilizzati.Cosi afferma un progetto avanzato dalla Provincia regionale di Catania che prevede anche che i randagi, se innocui, possano invece diventare “cani di quartiere” (a cui provvedono, ad esempio, i residenti di un condominio oppure gli studenti di una scuola) oppure essere presi in affidamento dai cittadini e famiglie.

 

“Prioritariamente, per portare a compimento il progetto avanzato l’Amministrazione Castiglione, occorre la collaborazione tra Comuni, Asl, Università, Regione, associazioni animaliste. Anche con la vigilanza di guardie zoofile e della Polizia comunale o provinciale, ci sarà una netta diminuzione dei cani randagi nel nostro territorio, soprattutto se si estenderà la pratica del microchip”. Così ha dichiarato il dirigente dell’assessorato provinciale ai Servizi sociali, Giovanni Ferrera, durante la riunione con le associazioni animaliste (Nuova Entra, Arca, Lamento Romeno, Anta, Acae, Enpa) nella sede della Provincia.

 

Lo scopo dell’incontro è stato realizzare un protocollo operativo con cui ogni singola associazione si impegna a portare a compimento una finalità o azione specifica antirandagismo. Le associazioni, da parte loro, hanno chiesto una corretta politica delle adozioni.

I Comuni, se aderiscono al progetto antirandagismo, devono contribuire al finanziamento ed emanare severe ordinanze e regolamenti per combattere l’abbandono dei cani.

 
(IRIS)
animalieanimali.it