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ROMA - La Cassazione, riconoscendo il «danno da latrato», suggerisce ai proprietari di cani particolarmente vivaci di mettere loro la "sordina" se l’abbaiare va oltre la «normale tollerabilità». Forte di questo principio, la Prima sezione penale ha convalidato una multa di 200 euro per disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone (ai vicini è stato riconosciuto anche il danno per avere sopportato i latrati) nei confronti di una cinofila di Trento, Germana B., che, in aperta campagna accudiva, dietro autorizzazione e in maniera gratuita, un certo numero di cani.
 
I latrati degli animali, rileva la sentenza 29375, spesso anche in ora notturna, avevano provocato le lamentele di due delle tre famiglie che abitavano nella zona. Da qui la multa di 200 euro (oltre al risarcimento danni) inflitta a Germana B. dalla Corte d’appello di Trento, nel settembre 2008, sulla base del fatto che gli ululati si avvertivano a distanze di 25-100 metri. Contro la condanna, Germana B. ha fatto ricorso in Cassazione, facendo leva sul suo amore per gli animali che la portava ad accudirli gratuitamente e sul fatto che ci si trovava in aperta campagna.
 
La difesa non ha fatto breccia. Infatti piazza Cavour ha respinto il ricorso della cinofila sostenendo che l’amore per gli animali «non discrimina la condotta». Il fatto poi che si trattasse di «zona rurale», dice la Cassazione, «resta irrilevante poichè anche le persone che abitano in campagna hanno diritto al rispetto del riposo e chi vuole tenere dei cani nei pressi di altre abitazioni, sia in città che in campagna, deve usare gli accorgimenti necessari per evitare il disturbo dei vicini, come ha esattamente rilevato la sentenza impugnata».
Come fare dunque per sapere quando i latrati del proprio cane superano la ’normale tollerabilità? «Il criterio - spiegano gli "ermellini" - va riferito alla media sensibilità delle persone che vivono nell’ambiente ove i rumori fastidiosi vengono percepiti, mentre è irrilevante la eventuale assuefazione di altre persone che abbiano giudicato non molesti i rumori».
 
lastampa.it

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