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Bilancio di sangue della stagione venatoria: 35 morti e 73 feriti
Nei cinque mesi conclusisi il 31 gennaio 2011, doppiette e fucili hanno prodotto i soliti risultati tragici. Coinvolgendo negli incidenti anche non cacciatori.
 
Iniziata il primo settembre e conclusasi il 31 di gennaio, la stagione venatoria 2010-2011 si è chiusa – come è tradizione – tra le polemiche. Il bilancio degli incidenti viene come sempre chiamato in causa da chi vuole abolirla, mentre i 50 mila cacciatori italiani attraverso le associazioni si difendono accampando la tesi della naturalità della propria scelta e del proprio rapporto con l'ambiente. Da una parte e dall’altra, poi, si tirano fuori sondaggi contrastanti, ma che comunque in tutti i casi dicono che gli italiani sono in maggioranza contrari (il 56,6% secondo Eurispes) alla caccia.
 
I numeri degli incidenti però fanno paura e impongono comunque a tutti una riflessione: 35 morti e 73 feriti. Tra le vittime, 34 sono cacciatori morti in svariati incidenti e uno è un povero cercatore di funghi ucciso ad Arezzo; tra i feriti, 60 sono cacciatori, mentre sono 13 le persone rimaste ferite per caso. I dati dicono dunque che finiscono impallinati soprattutto i cacciatori, ma anche che non è del tutto sicuro andare per campi e per boschi se ci sono in giro gli appassionati della caccia con le loro doppiette.
Gli animalisti si dichiarano contenti di avere ottenuto una modifica della legge 157/92, che ora vieta la caccia nei periodi di riproduzione e migrazione prenuziale e obbliga stati e regioni a mantenere o riportare le specie di uccelli selvatici ad uno stato di conservazione soddisfacente. Ma anche su questo punto non mancano i distinguo e le critiche.
 
Alcune regioni avrebbero emanato calendari venatori illegittimi grazie a delibere o addirittura leggi regionali, impugnabili solo dal Governo, adottate all'ultimo momento proprio per precludere eventuali ricorsi al Tar. Altri rilievi riguardano invece la necessità di aumentare le distanze di sicurezza dalle quali si può sparare, in prossimità di abitazioni, strade e fabbricati. Una proposta di legge, infine, vorrebbe negare ai cacciatori la possibilità di entrare e cacciare liberamente nei fondi altrui perché va garantito il diritto alla proprietà privata.
 
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