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Aree protette e biodiversità
Bracconaggio: quattro lupi uccisi in pochi mesi nel Sannio
25 gennaio 2012 - Nell'Alto Sannio, in provincia di Benevento, nell'arco di pochi mesi sono stati uccisi 4 lupi, una dimostrazione di come il fenomeno del bracconaggio contro la fauna selvatica protetta sia ancora un fenomeno attuale e diffuso in tutto l'Appennino.
Due lupi sono stati ammazzati a fucilate e due sono stati avvelenati, questi gli animali sono stati ritrovati a distanza di poche settimane dal Comando Stazione Forestale di San Marco dei Cavoti.
Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente, spiega che «I ritrovamenti concentrati in un'unica zona non lasciano dubbi sulla matrice criminale di questi episodi, sui quali occorre fare piena luce. E' necessario supportare con determinazione gli sforzi del Corpo Forestale dello Stato e chiediamo alle istituzioni, in primis la Provincia di Benevento, un impegno particolare e un intervento deciso per tutelare una specie di fondamentale importanza per il mantenimento degli equilibri ecologici dell'Appennino. Bisogna indagare a fondo sulle cause di questi fenomeni al fine di contrastare la persistenza di un contesto socio-culturale tollerante verso le illegalità e non favorevole alla conservazione della fauna».
Legambiente rivolge un forte appello alle istituzioni «Affinché, ognuna per il proprio ambito di competenza, mandi il messaggio chiaro e deciso che le opportunità di sviluppo territoriale vanno coniugate con la conservazione delle specie e perché sorveglianza, prevenzione e repressione siano svolte con la massima attenzione».
Per un rapporto uomo-lupo che non sia fatto solo di paura, pregiudizio e bracconaggio esistono già esperienze positive e buone pratiche esportabili nei diversi contesti territoriali italiani, sottolinea Nicoletti: «Come le azioni messe in campo con il progetto Life Wolfnet che stanno ottenendo risultati significativi, a cominciare dalla recente iniziativa del Parco della Majella, che ha costituito un gregge del Parco per restituire agli allevatori i capi predati».
Greenreport.it