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15/01/2014 Prima dei misteriosi avvelenamenti la colonia di Beinasco era un luogo sicuro per decine di animali
«Offro una ricompensa di 5 mila euro a chi mi porterà il nome dell’avvelenatore». Eraldo Bellini, responsabile del Parco Animalista di Torino, è furibondo ed è pronto a mettere una taglia «sulla testa» dei responsabili della morte di due gatti della colonia di via Monginevro, a Beinasco. Ieri mattina, a scoprire le due carcasse, sono stati i volontari che si occupano di sfamare gli oltre 70 felini che vivono nel cortile di una fabbrica all’angolo con via Avigliana. Altri due esemplari, trovati agonizzanti, sono stati immediatamente soccorsi, mentre gli altri sono spariti. Secondo i veterinari, i sintomi riscontrati sarebbero compatibili con l’ingestione di bocconi avvelenati.
Sopravvissuti A Beinasco è già partita la caccia al killer dei gatti, ma nel frattempo la colonia felina si è ridotta ai minimi termini: «L’ultima ispezione dell’Asl ha certificato che tutti gli animali erano in perfetta salute. Martedì stavano bene, ma ieri sera ne erano rimasti solo quattro», confermano sconsolati i volontari che ogni giorno portano cibo e acqua ai loro adorati amici a quattro zampe. «Io in quella fabbrica ho lavorato per 30 anni e quei gatti sono sempre stati lì. All’inizio erano in 4, tutti sterilizzati. Poi sono cresciuti a dismisura». Finora però non si erano mai verificati episodi di intolleranza: «Gli operai vogliono bene a quelle bestiole e anche il responsabile dello stabilimento si è sempre mostrato comprensivo. Quello che è successo è semplicemente inspiegabile». La speranza è che gli «abitanti» della colonia siano stati solo spaventati: «Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi giorni. Quelli che sono rimasti mangiano solo dalle mie mani».
Poche sterilizzazioni Ieri pomeriggio i volontari del Parco Animalista sono andati a sincerarsi delle condizioni dei due gattini ritrovati in fin di vita e sperano di poterli portare «a casa» molto presto: «Non sappiamo ancora se riusciranno a farcela – sospira Bellini – Purtroppo ci sono in giro persone mentalmente disturbate che compiono gesti orribili come questi. Non sempre le colonie sono ben viste e quando sono così popolose possono creare qualche fastidio, lo comprendo. Ma non c’è niente che possa giustificare un avvelenamento di massa». Secondo Bellini si praticano poche sterilizzazioni sui randagi: «Rappresentano un rimedio efficace e obbligatorio per legge, ma comportano costi e spesso vengono dimenticate».
La taglia Per riuscire a scovare chi ha lanciato i bocconi avvelenati Eraldo è pronto a pagare una cifra considerevole: «Se davvero fosse possibile consegnarlo alla giustizia sarei contento di mantenere fede al mio impegno. Mi auguro che episodi così non si ripetano».
http://www.lastampa.it/2014/01/09/cronaca/una-taglia-sullavvelenatore-della-colonia-di-gatti-randagi-fpr8rIOXkRWAQpjQ4XfJGJ/pagina.html