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TORNANO LE GARE CLANDESTINE DI CAVALLI AD AVEZZANO
La Procura avvia un'indagine. 
 
  
23 lug 11 - Via Volta. Ore 10 di una deserta domenica nella zona industriale. Bighe e fantini scattano a un segnale convenzionato. La strada è bloccata da auto e la gara clandestina coi cavalli dura una manciata di minuti. Il tempo di capire che sono tornate scommesse e corse illegali. Si indaga. Scene che sembravano appartenere al passato - risale al novembre 2008 l'operazione che portò a smantellare un'organizzazione che ad Avezzano era specializzata in gare illegali con i cavalli - e che ieri mattina si sono ripresentate. Il vialone è quello dove si trova la Fiamm, la fabbrica delle batterie.

  

Ed è qui che alle 10 è cominciata la gara con i "sulky", le bighe o calessi a due ruote. Via Volta è stata bloccata da alcune auto, fino all'incrocio con via Trara. Altre vetture hanno anticipato e chiuso la corsa. Quasi certamente c'erano delle vedette pronte a dare l'allarme in caso di avvistamento delle forze dell'ordine. Quelle stesse forze dell'ordine che adesso, su disposizione della Procura di Avezzano, stanno indagando su quanto accaduto. La corsa clandestina, che fa ipotizzare anche un giro di scommesse con la presenza di allibratori, è durata pochi minuti. Ma tutto è stato curato nei dettagli. E anche la scelta del giorno e del luogo non è stata lasciata al caso. Visto che la domenica molte fabbriche sono chiuse e la zona industriale è praticamente deserta. Di domenica mattina, però, si svolgevano anche le gare organizzate in passato e c'è dunque il sospetto che il meccanismo si sia rimesso in moto. Quella sgominata nell'autunno di tre anni fa era un'organizzazione ben ramificata composta quasi esclusivamente da rom di famiglie residenti ad Avezzano e nelle province di Frosinone e Rieti.

Ma il giro delle scommesse arrivata a toccare anche il Teramano e il Pescarese. «The horse» (il cavallo) è il nome dato dai carabinieri all'operazione. Trentatrè furono le persone indagate per i reati di concorso in organizzazione di corse e scommesse clandestine e violenza privata. Quest'ultimo reato era riferito alla illegale chiusura al traffico della strada (un po' quello che si è ripetuto ieri mattina). Furono sequetrati trenta cavalli da corsa, oltre a dodici stalle. L'organizzazione, come accertato dagli inquirenti nel corso di indagini durate dieci mesi, era composta da fantini, allibratori (per la raccolta delle scommesse), scorte (che a bordo di auto anticipavano e chiudevano la corsa) e vedette, pronte a lanciare eventuali allarmi in caso di arrivi "sgraditi".

I carabinieri del Nucleo antisofisticazioni (Nas) di Pescara, coadiuvati da dieci veterinari della Asl, eseguirono anche prelievi di sangue e di urine sui cavalli sequestrati. I campioni furono inviati ai laboratori dell'Unire (Unione nazionale incremento razze equine), a Settimo Torinese, ma dopo poco venne escluso l'utilizzo di sostanze dopanti. Per la Procura era rilevante il volume d'affari che, a seconda del periodo dell'anno e del numero di concorrenti, andava dai venti ai centomila euro. Una svolta alle indagini la diede la Lega antivivisezione, le cui guardie zoofile, nel marzo 2008, infiltrandosi tra gli scommettitori, filmarono le corse e presentarono un esposto.

Roberto Raschiatore - Il Centro

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