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Ecopirati all’arrembaggio delle baleniere: è ancora scontro in mare aperto

7 gennaio 2010 -  E’ estate australe nell’Oceano Antartico e le baleniere giapponesi Yushin Maru 2 e 3 continuano la loro caccia illegale ai grandi cetacei. Gli equipaggi hanno dichiarato apertamente di perseguire l’obiettivo di 1000 esemplari cacciati, forti del loro “nobile” fine: la ricerca scientifica. E’ chiaro che un migliaio di balene come campione per una qualsiasi ricerca sia un tantino sovradimensionato e che la caccia sia animata da ben altri propositi.
Ma gli ecopirati di Sea Shepherd stanno dando non  poco filo da torcere alle due navi col loro agilissimo battello superveloce Gojira (Godzilla), così chiamato per ironizzare sulla paternità del mostro dei fumetti che si ritorce contro la nazione che gli ha dato i natali.

Godzilla ha lanciato bottiglie piene di acido butirrico verso le baleniere che, allora, hanno tentato di speronare l’ammiraglia pirata mentre si stava rifornendo alla nave madre Steve Irwin. La controffensiva ambientalista, è stata immediata  e Delta, un altro battello veloce, ha attaccato la Yushin Maru pronto ad usare il “prop fouler”, un micidiale cavo che blocca e distrugge le eliche e che è, pertanto, in grado di paralizzare le navi. La baleniera ha così cambiato rotta piegando in ritirata. Ritirata durante la quale è stata inseguita per 11 miglia dagli accanitissimi ecopirati. Vere e proprie strategie di una guerra che è continuata 75 miglia più a sud, con un tentativo di controffensiva di Yushin Maru che ha tentato di far “fuoco” con il suo potente cannone  ad acqua contro l’elicottero della Steve Irwin. Gli espertissimi pirati hanno anticipato la mossa degli avversari levando in volo l’elicottero un attimo prima che il getto d’acqua lo danneggiasse.
L’Istituto giapponese di ricerca sui cetacei ha pubblicamente condannato l’azione degli attivisti di Sea Shepherd sottolineando la legalità della caccia. Il Giappone, effettivamente, sfrutta una scappatoia della moratoria del 1986 sulla caccia commerciale, un cavillo che permette la “ricerca letale” sui cetacei.
Questa battaglia è solo l’ultima di una lunga guerra (la penultima si è verificata a Capodanno) che vede associazioni ambientaliste di vari Stati, capitanate dall’Australia e dalla Nuova Zelanda, impegnate contro la “crudele e non necessaria” caccia alle balene. Le autorità nipponiche non si sono scomodate più di tanto a camuffare gli intenti poco scientifici della flotta baleniera replicando che la caccia alle balene è una tradizione centenaria e che dismettendola si impoverirebbe la cultura nazionale Giapponese.
[Fonte e Foto homepage: Seashepherd.org]
 
Di Serena Savelli
ecologiae.com
 

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