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Un boxer con le orecchie integreLe malattie cardiovascolari, come è noto, rappresentano ancora la prima causa di morte nell'uomo industrializzato, seguite a ruota dalle neoplasie. Anche i nostri animali domestici soffrono di malattie cardiache con una certa frequenza.
Nel cane sono soprattutto alcune razze di grande taglia che vanno incontro principalmente a malattie che colpiscono le valvole cardiache (Boxer) oppure a vere e proprie forme dilatative che portano a scompensi fatali. Per fortuna comunque le malattie cardiache serie, nel cane, sono limitate a determinate razze che ben conosciamo e, in generale, possiamo dire che non sono un'evenienza frequente. Molte di queste poi sono oggi curabili e, anche se non guaribili, consentono di prolungare un buon tenore di vita per anni.
Molto diversa la situazione nel gatto, dove la malattie cardiache sono frequenti e capaci di compromettere seriamente la salute dei nostri amati felini, quando non di provocarne il decesso in poche ore a causa di un improvviso trombo che si stacca dal cuore malato e va a bloccare il circolo nella triforcazione dell'aorta, nel cervello o in altre parti vitali. Il problema più difficile, come sempre nei gatti, è la diagnosi, non perché in questi animali non si possano fare esami, quali elettrocardiogrammi, lastre o ecografie, ma semplicemente perché molto raramente mostrano sintomi.
Estremamente difficile, anche per il proprietario più accorto, giudicare un gatto affaticato, quando dorme 18 ore al giorno sul termosifone, passando le altre a trascinarsi dalla ciotola, alla poltrona, al divano, specialmente per quanto riguarda i soggetti avanti con l'età. La tosse non è mai presente, se non nei gravi scompensi e anche il rigonfiamento degli arti inferiori, come può capitare nell'uomo, non è quasi mai presente. Purtroppo spesso il proprietario se ne accorge quando dal cuore si stacca un minuscolo trombo che causa una sintomatologia spesso molto dolorosa, improvvisa, con stato di paresi degli arti e il gatto finisce d'urgenza dal veterinario. Se sono interessati punti vitali del distretto sanguigno, come ho scritto sopra, purtroppo la prognosi è ben poco lusinghiera e, solo una minima parte degli animali, recupera, dopo settimane di terapia intensiva, senza contare che molto frequenti sono poi le recidive.
Che fare allora? Prevenire. Per quanto non tutte le malattie cardiache del gatto siano accertabili con esami molto semplici, una buona parte può essere rivelata o sospettata mediante una semplice, ma attenta auscultazione con il vecchio stetoscopio che rivelerà ritmi alterati o soffi, anche in assenza di sintomi. Gatti adulti, maschi, soprattutto di razze asiatiche (Siamesi, Birmani, Burmesi ecc.) è bene vengano sottoposti all'auscultazione e ad una radiografia del torace una volta l'anno e a un'ecografia ogni due anni. Buone norme anche per i nostri felini meno blasonati. Chiedete di effettuare questi semplici e poco costosi esami al vostro veterinario, magari cogliendo l'occasione di un richiamo del vaccino e salverete un buon numero dei vostri amici più cari dall'insorgenza di tromboembolismi spesso fatali o molto impegnativi, per quanto riguarda la cura.
Fonte: http://animali.tiscali.it/