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ORA LE CORRIDE LE VOGLION FARE IN ALGERIA! Città di orano si candida dopo la chiusura di Barcellona. 30 settembre 2011 - E' da sempre considerata la più spagnola delle città algerine, e una simile definizione suona strana in un Paese che ha vissuto una lunga presenza dei francesi, che prima di andare via hanno marchiato, nel fuoco e col sangue, il loro addio. Ma Orano è così, spagnola nell'animo. Non deve quindi suonare strano che, mentre la Catalogna, davanti ad un palcoscenico planetario, abbia spento le luci sulle sue arene per i tori, da Orano giunga l'annuncio che, entro l'anno, la città ospiterà una corrida.
E a ospitare questo spettacolo (é sempre una forma di spettacolo, crudele o affascinante, a seconda di chi lo guarda) saranno le Arene di Orano, una bellissima costruzione, che sorge nel cuore della città e che, già da qualche tempo, dopo decenni di abbandono, sono al centro di lavori che, originariamente di restauro, ora dovranno prepararle ad ospitare mulete e vara de picar, spade e banderillas e ad essere percorse da cavalli bardati e tori infuriati. Una costruzione nel classico stile delle arene costruite tra la fine dell'800 e gli inizi del 900 in Spagna, con gli spalti divisi in tre ordini di posti e con il perimetro esterno caratterizzato da finestroni tondi, degli oblò che danno l'immagine di una nave che naviga placidamente nella città vecchia.
Dietro la decisione del sindaco di Orano, Abdelmalek Bioudiaf, c'é poco o nessun amore per la tauromachia, solo il senso pratico di chi vuole rilanciare le ambizioni turistiche della sua città e coniugarle con un passato che, sebbene lontano, non è certo stato rimosso dal ricordo dei suoi abitanti. Le Arene di Orano sono state costruite nei primi anni dello scorso secolo e, dal 1906, per decenni hanno ospitato corride e i toreri più famosi. Le fotografie color seppia che si riferiscono alle corride di Orano rimandano immagini a loro modo epiche, come quelle che mostrano toreri, giunti nell'arena della città giovanissimi, che sarebbero diventati un mito, come Miguelin, ritratto sorridente con in mano le orecchie del toro, segno della massima considerazione da parte del presidente (il giudice delle corride) e del pubblico. Ma con lui, tanti altri di quelli che hanno scritto le pagine della tauromachia: da Miguel Litri a Pepe Ordonez, Pedrera, Manuel Segura, Chicuelob II. Fino all'immenso Dominguin, accolto nell'arena con scene di entusiasmo tali da essere ricordate ancora oggi, anche distanza di più di cinquant'anni. Se i tempi dei lavori saranno rispettati e con essi la promessa di riaprire le Arene entro fine anno con una corrida, si potrà vedere se la scommessa del sindaco di Orano potrà essere vinta.
Diego Minuti - (ANSA)