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FIP Ovvero Peritonite infettiva felina
E' una malattia virale provocata da ceppi particolarmente virulenti e largamente diffusi fra i gatti che non provocano necessariamente la malattia nel soggetto, il quale, però, ne diventa portatore sano. Pur potendo colpire tutta la popolazione felina dai 3 mesi in su, risultano tuttavia piu' esposti al rischio i mici fino al 5° anno di età e, per ragioni probabilmente genetiche, i gatti persiani.
I mezzi veicolari che il virus utilizza sono le feci e le urine dei gatti infetti e le mucose oro-nasali del micio sano. La capacità del virus di sopravvivere per piu' settimane in condizioni ambientali (ovvero all' aria aperta) rende possibile il contagio anche senza contatto diretto.
Purtroppo la trasmissione può avvenire anche da madre al feto.
I sintomi nella prima fase possono essere molteplici e generici: anoressia, calo di peso, anemia, febbre ciclica o persistente;
gli stessi test ematologici, accompagnati da quelli anticorporali, non forniscono risultati certi ma sono di sostegno alla diagnosi del veterinario.
Successivamente la patologia si evolve in due possibili forme chiamate una umida e l' altra secca.
La forma umida è caratterizzata dall' aumento del liquido peritoneale che determina un rigonfiamento addominale evidente che ne facilità' la diagnosi. La forma secca colpisce organi diversi quali il fegato, i reni, il pancreas, i polmoni, con conseguenti sintomi di epatite, nefrite, polmonite, incoordinazione motoria e tremori.
La terapia del FIP si basa sulla somministrazione di farmaci per migliorare le condizioni di vita
(ed in questa ottica un ricorso all'omeopatia, ad esempio un ricostituente, può essere certamente consigliato) in quanto la mortalità è elevatissima (circa il 95%). Alla luce di tale dato fa riflettere il fatto che l' unico vaccino realmente efficace (dal 50% al 75%) non sia venduto in Italia: é il PRIMUCELL della PZIFER.
La prevenzione, va per ora, nella direzione dell' isolamento dei soggetti malati, di un' accurata igiene, magari utilizzando disinfettanti come la candeggina diluita al 3%, specie in luoghi dove si siano già verificati dei casi, nell' evitare luoghi comuni, quali pensioni, allevamenti, colonie, dove la presenza di un gran numero di felini aumenta la possibilità di incontro con portatori sani.
Alcuni medici non tradizionali suggeriscono anche un' alimentazione piu' varia (rispetto ai cosiddetti pasti completi) integrata da vitamine antiossidante con l' intento di inalzare il sistema immunitario del gatto, di evitare il piu' possibile stress fisici e psichici che di contro invece lo indeboliscono. In questo senso è certo che una sana coccola la sera fatta sulle nostre ginocchia risulta senz' altro efficace.
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