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Un piccolo grande gatto
Napoleone di Como

Come giustamente ha detto una donna, tua grande amica, che ti voleva bene, te ne sei andato così come sei arrivato: improvvisamente e inaspettatamente, di soppiatto, libero e padrone di te stesso.
Nessuno saprà mai come si sono svolti i fatti, tranne, forse, quell'ignoto imbecille che ti ha investito, se si è accorto che stava sopprimendo un vivente intento a compiere un'azione apparentemente banale e innocua: attraversare una strada.
 
In tutto sei vissuto meno di quattro anni, ma in così poco tempo hai insegnato parecchio agli umani che ti hanno conosciuto ed apprezzato. Soprattutto hai mostrato col tuo stile di vita che la vera libertà si associa sempre alla tolleranza. Il tuo cervello pesava pochi grammi, ma era molto più efficiente della debordante massa, tendenzialmente irrazionale, del complicato e tortuoso encefalo umano.
La tua mirabile sintesi esistenziale ti permetteva di essere perfettamente coerente con la tua natura felina, e tuttavia di accettare pacificamente la coesistenza con gli uomini, che eri in grado di scegliere e giudicare accuratamente.
 
A causa dell'età sono diventato piuttosto insofferente e “infiammabile”. Di solito mi arrabbio perchè non riesco a comunicare facilmente col resto dell'umanità, neppure concetti semplici. Tuttavia mi bastava guardarti per placarmi istantaneamente: osservavo la calma olimpica dei tuoi limpidi occhi verdi e l'incazzatura subito evaporava.

Non credo che tu, così intelligente, sensitivo e intuitivo, sia stato investito per colpa dell'idiota che ti ha soppresso. Una delle ultime volte che ci siamo visti ero in sella alla motocicletta, tu mi hai detto “miao” e ti sei prudentemente defilato. La tua ferrea memoria ti ricordava sempre che già in altra occasione avevi “salvato la buccia” per miracolo e che quei brutti “cosi con le ruote” potevano farti molto male.
Devo perciò presumere che nella tua infinita libertà avevi deciso, nel momento in cui sei morto, di attraversare una strada “costi quel che costi”, per motivi che ti appartengono e che mi rimarranno per sempre ignoti. Probabilmente devi aver abbracciato la massima “meglio pochi giorni da Napoleone che molti anni da coniglio”. Ti chiamavi Napoleone perchè eri maestoso, fiero e impenetrabile.
 
Addio, piccolo, grande e insostituibile amico. Grazie per esserti preso cura dei pochi umani che avevi prescelto come tuoi amici privilegiati, seppure eterogenei. Riposa in pace all'ombra delle piantine che conoscevi così bene.
 
Se c'è un paradiso felino, a quest'ora ti stai sicuramente appropriando del tuo nuovo territorio, del tutto sgombro da cretini appartenenti alla razza umana, dalle loro miserie e dalla loro inutile fretta, che non li porta mai da nessuna parte.

Solbiate, 18/06/2010
 
Il tuo amico Emilio
 

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