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A tutti quelli a cui la storia di Mio sta a cuore.

Con la storia di Mio sono entrata in contatto con tante belle persone e ringrazio tutti per l’aiuto e i nobili sentimenti. Ringrazio anche per le offerte di stallo che tengo ben  presente in caso di necessità e per quelle di adozione che pero si sono rivelate per ora non adatte per Mio o perché con spazi senza protezione o per eccesso di animali già presenti (sia gatti che cani) in spazi ridotti.

La storia di Mio …. Un gattino egiziano speciale: bello, dolce, chiacchierone, furbo, adorabile e con un gran bisogno di una casa, una famiglia, di un punto di riferimento.Mio è saltato nelle nostre vite e nel nostro letto, nella stanza a pian terreno di un albergo di Marsa Alam, una sera di giugno, con la simpatica e irresistibile prepotenza che chi  ama e conosce i gatti sa essere irresistibile. 

La prima volta che gli demmo da mangiare sul terrazzo, lui finì la metà del contenuto del piatto e se ne uscì correndo verso il giardino, per tornare 5 minuti dopo con una gattina, che presumiamo sia stata la mamma,  alla quale offrì l’altra metà rimasta e si sedette al suo fianco con sguardo tenero, estasiato e orgoglioso per quello che aveva fatto. La gattina ci ringraziò e dopo poco ci salutò e usci al suo destino. Non l’abbiamo vista più … anche se l’abbiamo cercata nei giorni seguenti.Da quel momento però Mio ci rubò il cuore per sempre e lui ci scelse come famiglia … felice di appartenervi …. lui senza sapere che il nostro era un amore impossibile, noi senza sapere che il destino ci avrebbe uniti intensamente. Non dubitando che fosse un gatto domestico, ci presentammo nella Reception dell’albergo per avvertire della presenza del gattino nella nostra stanza, in modo di evitare preoccupazione e angoscia al presunto proprietario.

Purtroppo ci sorprendemmo della reazione di un manager della reception, il quale quasi ci intimò di consegnare a lui il gattino per farlo “ritirare da un’associazione di protezione animali”. Il mio intuito e la mia esperienza di tanti anni dedicati a salvare animali mi fece indagare oltre, con una associazione animalista di Hurghada, e risultò che l’informazione fornita dal manager non corrispondeva alla realtà dei fatti.Quanto sopra, assieme a dei commenti raccolti da persone europee che lavorano in questi posti, sulle abitudini di questi grandi alberghi del Mar Rosso di catturare regolarmente i gattini che cercano da loro rifugio e abbandonarli nel deserto (dove, rinchiusi in sacchi, o periscono mangiati dai cani inselvatichiti e sciacalli o muoiono di fame e di sete), ci fece concludere che la vita di Mio fosse in pericolo e decidemmo di fare il possibile per salvarlo. Perché Mio si era affidato a noi! Purtroppo, non avevamo allora né il tempo, né i mezzi, né le conoscenze per assicurargli un futuro felice.

Nel frattempo, Mio ci ha amato senza ritegno e pensava sen’altro di aver finalmente trovato la sua famiglia. Di giorno stava con noi e la sera usciva a fare le sue incursioni notturne, ma il mattino ci svegliavamo sempre con un dolce miao di benvenuto al nuovo giorno. Mio è un amore …. Mio… Amore Mio.

Non dimenticherò mai il suo faccino fuori della scatola di cartone, fiducioso, appoggiato alla mia mano, mentre con due ore di viaggio, solo di andata, lo portavamo a un villaggio, dove una signora italiana che lavora in zona ci aveva assicurato, per nostro grande sollievo, di essere esperta di gatti e che si sarebbe presa cura di lui, per sempre.

 

Cosi non è stato. Cosi non fu…

La signora che aveva adottato Mio non seppe o non volle condurlo in questo suo importante cambiamento di vita. Mio si trovò all’improvviso, spaventato, piccolo e solo, scaraventato in un posto enorme, in un territorio sconosciuto e dominato da altri gatti. Non gli fu permesso dai gatti dominanti di recarsi nei luoghi dove si mangiava. Per cui Mio tentò di ritornare a casa e si perse per ben una settimana.Appena venni a conoscenza della situazione, presi il volo di sabato dall’Italia a Hurghada e da là a Marsa Alam in macchina, solo una settimana dopo essere ritornata a Italia, settimana di pianti, tensioni, dolore e tanti sensi di colpa per l’incertezza sulla vita di Mio.

Arrivata al resort, percorsi per 4 giorni senza sosta dalle 4 del mattino alle 9 di sera l’enorme villaggio, mostrando a tutti la foto di Mio e chiedendo con angoscia aiuto per trovarlo. Ispiravo pena perché la stanchezza e il dolore mi impedivano di controllare il pianto. Temevo che fosse ferito e sofferente. Effettivamente, l’aiuto di tanti ospiti, italiani e non, e del personale dell’albergo diede i suoi risultati e il martedì, in tarda serata, Mio fu avvistato al bordo del deserto. Venne quindi raccolto e chiuso in una stanza in attesa del mio arrivo. Speravo non fosse l’ennesima falso allarme.

L’incontro fu magico. Chi ci vide non poté fare a meno di piangere. In me scoppiarono senza ritegno lacrime di sollievo mentre Mio, magro, ferito e disidratato si lanciava tra le mie braccia con amore e fiducia per acciambellarsi sul mio petto.I giorni seguenti, dietro consiglio di una comportamentista italiana, mostrai a Mio quale era il suo territorio e gli insegnai il percorso per tornare alla mia stanza e a quella della signora italiana, per mangiare e dormire. Mio si abituò con mio grande sollievo, anche se avvertivo ancora la sua voglia di tornare alla sua famiglia e alla sua casa di origine. Ma la mia presenza lo rassicurava.Senza aver trovato un’alternativa valida, Il sabato seguente (16/06) partii per l’Italia, lasciando Mio sempre alla stessa signora, ma in una situazione più stabile con un punto fisso a cui fare riferimento per essere nutrito. Ma il cuore di mamma era ancora inquieto ….. Infatti, una settimana dopo, apprendemmo che per motivi di lavoro la signora non avrebbe potuto tenere Mio oltre la fine di Agosto. 

Lasciare Mio senza un punto di riferimento che lo proteggesse e custodisse in quei posti voleva dire mettere a rischio la sua esistenza o fargli vivere una vita di privazioni. Lo stesso succede e succederà a tutti gli altri gatti del villaggio e per loro piangerò per sempre come per tante altre atrocità inflitte dalla razza “umana” ogni secondo, ad ogni battito di ciglia.Ma Mio no, per favore, non potevo pensare a questa fine per lui e dovevo tentare di salvarlo. 

Decidemmo allora di portare Mio in Italia... non potevamo abbandonarlo a un destino cosi crudele.Un mese in ansia … qualcosa mi diceva che dovevo sbrigarmi anche se le notizie che ricevevo erano che Mio stava bene. E i primi giorni era certamente cosi, ma col passare del tempo le notizie diradavano e la nostra angoscia cresceva.Grazie alla gentile collaborazione e alla comprensione dell’ASL di Milano e del Ministero della Salute, riuscimmo a fare i documenti di Mio con il provvedimento di autorizzazione in deroga in due settimane. Più difficile fu trovare volo e posto nel medesimo resort, dato che a quel punto i rapporti con la signora italiana erano,  nostro malgrado, decisamente scarsi e diffidenti.Il 14 luglio, finalmente, arrivammo con il solito ritardo, alle due del mattino all’albergo, in una stanza accanto a quella della signora, pensando di trovare Mio immediatamente, al primo richiamo. Invece la ricerca durò, senza sosta, fino alle  11 del mattino seguente quando, in un angolo di un terrazzo, lontano dal suo territorio, trovammo quello che restava del gattino amabile, felice e fiducioso che ci aveva adottati …. Mio era vivo, ma come privo di anima…. uno sguardo di grande tristezza. Dove era il gattino allegro e fiducioso che avevo lasciato un mese prima? Era stato di nuovo abbandonato, senza rifugio, senza famiglia, senza cibo, senza amore.

Nonostante le ferite, e graffi e morsi e lividi, scarno e disidratato, Mio, come tutti gli esserini nobili di spirito e privi di rancore, mi abbracciò premendo il caldo musino sul mio collo e mi salutò ancora una volta con un esile miao ….Mio ora è qui con noi, in via di guarigione, in una piccola stanza, ma compiaciuto  e amato come lo è stato per tutta la settimana passata in Egitto a farlo guarire e a preparare i documenti locali.  Non lo abbiamo mai lasciato solo per non rischiare ancora di perderlo o di ritrovarlo ferito o peggio ancora. Passeggiavamo al suo canto 2 o tre ore tutte le mattino verso le 4 e tutte le sere puntuali alle 6, quando rinfrescava. Mio era felice di fare due passi (qualche chilometro!) in nostra compagnia. Lo sentivo fiero anche se un po’ infastidito dalla costante presenza dei suoi guardiani. Quella fu si una settimana di sollievo per il ritrovamento di Mio, ma anche di dolore per tutti quelli che rimanevano laggiù, trascurati e senza futuro. Dopo un mese di assenza, nel medesimo albergo ho constatato la scomparsa di 3 gatte ed i loro 7 cucciolini, di poche settimane, erano orfani e affamati.Abbiamo fatto il possibile per rinforzarli e abbiamo lasciato un bel rifornimento di scatole di tonno a delle gentili signore che rimanevano una settimana in più, pregandole di trovare dei sostituti alla loro partenza…. la solita staffetta… ma questa è un’altra storia.

Cosa è successo a Mio … non possiamo fare altro che congetture … come mai ferite da gatti assieme a lividi da colpi o calci? Ferite da tanti gatti …. Tutti assieme? Mai sentito di una cosa del genere! Come mai non ha potuto scappare?…. Era rinchiuso da qualche parte?…..Il manager del primo albergo (nel quale Mio ci ha trovati), al quale abbiamo scritto a posteriori una lettera per chiedergli di adottare Mio, ci ha riposto testualmente:“…..  Mi duole informarla che in Egitto e’ consuetudine che le aziende di Pest Control rimuovano dalla struttura gatti che possono essere portatori di parassiti o quant’altro.Come Lei gia’ ben sa’  ho con me 2 gatti con pedigree e domestici, ………

….. Purtroppo questi gatti non possono essere alloggiati con i miei proprio per la differente provenienza; i miei sono gatti di casa pedigree e gli altri sono selvaggi. Se i miei entrassero in contatto con questi gatti non riceverei la licenza Defra per spostare i gatti fuori dall'Egitto. Ricordando che l'Egitto è classificato come un paese contaminato rabbia (a prescindere di iniezioni o meno)…..” (sic)

 Lasciamo a Voi giudicare …. Rammentiamo soltanto che Mio e perfettamente sano, ha il vaccino dell’antirabbico ed è uscito regolarmente e ufficialmente dall’Egitto, con microchip e sterilizzato. Inoltre, vogliate sapere che a questo albergo e anche al secondo, abbiamo offerto di provvedere gratuitamente alla vaccinazione e sterilizzazione dei loro gatti (compresso il materiale necessario) purché procurassero cibo quotidianamente almeno con gli avanzi dei ristoranti …. non abbiamo avuto nessuna risposta in merito. Questi posti meritano di essere dimenticati… almeno finché non cambino la loro politica e comportamento verso gli animali, gatti, cani, cammelli, asini, cavalli, capre …. tutti maltrattati, disprezzati, umiliati o, nel migliori dei casi, ignorati.

Mio non può rimanere con noi. Non possiamo introdurre altri gatti nel nostro appartamento e dunque cerchiamo urgentemente una famiglia amorevole, preferibilmente senza altri gatti o cani, con una casa con un terrazzo grande o un giardino, ben protetti. Mio ha bisogno di spazio e di tanto amore.

Ha poco più di 6 mesi ed è un gatto speciale. Dolcissimo, tenerissimo, vuole dormire vicino e abbracciato ma poi e anche indipendente, furbo, simpatico.

Chi salva un Anima salva una Stella… Vi preghiamo di onorare tutti i gattini Egiziani, senza presente e senza futuro, aiutandoci a trovare la famiglia adatta per Mio.

(Se qualcuno fosse interessato all'adozione di Mio rivolgersi a Sonia al 3487000008- Milano)


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