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NOI ABBIAMO UN SOGNO

Riflessioni ed emozioni nel rispetto degli animali

Autrice: Annamaria Manzoni

Introduzione di Goffredo Fofi 

La diffusa brutalità nei confronti degli animali sia come forma di violenza gratuita, sia riferita allo sfruttamento e uccisione perpetrati a loro danno e finalizzati all'alimentazione, al vestiario, alta ricerca scientifica, è il tema specifico di questo libro. "E un pamphlet irato e persuaso, questo - scrive Goffredo Fofi nell'Introduzione — , è un'agile e convincente disamina di un problema che si è posto imperiosamente alla coscienza umana nella seconda metà dello scorso secolo, dapprima attraverso pochi generosi pionieri, da Gandhi al nostro Capitini... e poi a gruppi sempre più vasti di persone, colte e non colte, animate dal dovere che Schweitzer chiamava 'rispetto per la vita'."

Un pamphlet polemico e civile perché è doveroso almeno prendere atto di un vero e proprio disastro in termini di sofferenza animale di cui quotidianamente siamo responsabili. L'autrice non risparmia nessuno: studiosi, scienziati, pubblicitari... e si appella alla letteratura, che in tutte le epoche si è mostrata sensibile alle sofferenze di questi nostri fratelli, forse non minori.
Un libro coraggioso, considerato che la lotta in difesa dei diritti degli animali sembra relegata all'interesse di pochi sensibili individui. In realtà c'è una linea sottile che lega l'indifferenza nei confronti degli abusi sugli animali a una più ampia deresponsabilizzazione che rende possibili guerre, stragi e crudeltà di ogni tipo.

Dall'anticipazione:
Argomento scottante quello trattato da Annamaria Manzoni: la condizione degli animali nel mondo di oggi.
L'autrice affronta l'argomento attraverso un'analisi-resoconto delle sevizie cui sono sottoposti gli "ex amici dell'uomo", che viene arricchita da citazioni di grandi esponenti della cultura internazionale, del presente e del passato. Un forte pathos "civico" pervade il libro, perché la ferocia quotidiana che viene esercitata nei luoghi della vivisezione, nei mattatoi, nelle arene, nelle zone di caccia è sintomo di un mondo che non rispetta l'essere vivente.