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Louis Wain nacque a Londra, nel 1860. Sua madre era una disegnatrice e lo indirizzò a studiare sia l’arte che la musica.
 
Dopo essersi diplomato con ottimi voti, si dedicò all’insegnamento. Louis nacque con il labbro leporino e per tale motivo fu consigliato ai suoi genitori di non mandarlo a scuola fino a quando non avesse compiuto i dieci anni d’età. Successivamente Wain si iscrisse alla West London School of Art e divenne, per un breve periodo di tempo, insegnante di materie artistiche. All’età di vent’anni, a seguito della morte prematura del padre, dovette prendersi cura sia della madre che delle sue cinque sorelle. S’innamorò della giovane e bella governante delle sue sorelle: Emily Richardson, che sposò nel 1884. Questa si ammalò molto giovane a causa di una malattia allora del tutto incurabile: il cancro.
 
Poco tempo dopo il matrimonio, la giovane coppia aveva adottato un gattino bianco e nero di pochi mesi, chiamato Peter e che si era particolarmente affezionato ad Emily che, ben presto, in conseguenza della malattia, si è vista costretta al letto. Quasi avesse intuito la gravità della situazione, il piccolo e dolce Peter sembrava voler lenire le sue sofferenze con le sue fusa e con lo strusciare del suo morbido corpicino contro il corpo di lei. Sembra che Peter lasciasse il letto solo per pochi minuti, per andare a mangiare, bere e per i bisogni urgenti. Tutti rimasero profondamente colpiti dall’atteggiamento del gattino che veramente portava tanto sollievo ad Emily.
 
Louis, molto colpito da quanto bene facesse questo gattino a sua moglie, quell’effetto positivo su malati che poi in seguito sarebbe stato riconosciuto e utilizzato nell’odierna “pet-terapy” , cominciò a ritrarre quell’adorabile gattino ed ebbe inizio così la carriera di uno dei più grandi artisti disegnatori ed illustratori del mondo felino. Dopo Peter, fecero seguito anche Minna, Bigit e Leo.
 
 
                         
 
  
Nel 1887 però purtroppo Emily morì e lui, disperato, si ritirò dal lavoro e si rifugiò nella pittura dove, disegnando gatti, sembrava trovare quella serenità che sembrava aver perso (la sua instabilità mentale aumentò gradualmente).
 
Fino all’epoca della sua morte, i principali interessati delle sue opere furono gli amanti dei gatti e gli appassionati di arte schizofrenica. Questi ultimi si sono interessati ai suoi lavori per la sua fissazione su un unico soggetto, il gatto, e per la possibilità di vedere l’evolvere della sua malattia, dato che sia prima che dopo essersi ammalato i suoi dipinti continuarono ad essere monotematici, variando forme e colori a seconda dello stato d’animo.
Nei  suoi dipinti i gatti subirono una decisa trasformazione nel corso degli anni, trasformazione che sembra essersi sviluppata col procedere della malattia: dai dipinti più raffinati raffiguranti gatti nobili passò a dipinti dall'aspetto psichedelico, dove gli occhi dei gatti diventavano enormi e le figure quasi esplose in figure geometriche coloratissime, un tratto considerato indicativo della sua psicosi.
  
Li ritrasse tutti negli atteggiamenti più svariati e con stili diversi, sino all’ultimo giorno della sua lunga e tormentata vita che avvenne vita a Napsbury, nello Hertfordshire, nel 1939 a 79 anni.
  
  

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