Gli animali del mondo

 
Questa settimana vi proponiamo un estratto di una lunga intervista che il sito Gattopoli ha realizzato con Davide Demichelis, documentarista e volto noto della trasmissione "Timbuctù" di RaiTre, cortesemente concessaci dalla curatrice del sito, Elena Vandelli. Per leggere la versione integrale dell'intervista basta collegarsi col sito web www.gattopoli.it.
 
Gli animali: sono protagonisti di molti tuoi documentari. Quando è nato l'amore così forte nei loro confronti? Il tuo lavoro pensi l'abbia anche accresciuto?
 
"Non sono biologo né zoologo ma ho sempre avuto cani e gatti a casa e si può dire che la mia passione per gli animali sia nata proprio tra le mura domestiche. Uno dei miei pochi ricordi d'infanzia è legato ad un cane: i miei genitori lo avevano promesso a me e mio fratello, ma poi il cane non è arrivato e questo mi ha causato un dispiacere indescrivibile. Ho pianto per un giorno intero! Poi, da quando ci siamo trasferiti nella nuova abitazione, abbiamo sempre avuto cani in casa. Un altro ricordo nitido nella mia memoria è quello della nostra gatta, che non riuscendo ad allattare un suo cucciolo lo ha portato davanti alla cuccia del nostro cane, un collie. Tornati a casa, abbiamo trovato il cane che abbaiava per avvisarci dell'accaduto e ci siamo subito presi cura del piccolo, che poi è sopravvissuto. Il mio rapporto con gli animali è sempre stato importante, ma si limitava a quelli che vedevo nei dintorni di casa. Questo lavoro mi ha dato l'occasione di entrare in contatto con molte altre specie, che ora ho imparato a conoscere e ad apprezzare".
Una cosa che mi colpisce ogni volta che nei tuoi reportage parli di maltrattamenti di animali è il fatto che tu debba a volte, tuo malgrado, stare ad osservare ciò che succede senza intervenire. Deve essere davvero difficile...ricordi qualche episodio in particolare in cui non sei riuscito a trattenerti e hai protestato? Hai ottenuto dei risultati?
 
"Sì, l'episodio più significativo mi è accaduto nel 2002, l'anno dei mondiali di calcio, in Corea del Sud. Lavoravo per ‘Il Pianeta delle Meraviglie'. Licia Colò mi propose di andare a documentare la cinofagia in Corea. In questo Paese cani e gatti vengono purtroppo considerati un cibo quotidiano, ma soprattutto molti credono che la carne del cane che muore con grande sofferenza acquisti potere afrodisiaco. (...) In Corea del Sud mi hanno sconsigliato di andare al mercato Seul, il Moran Market, erano passati già troppi giornalisti e i negozianti erano molto sospettosi e anche violenti. Allora siamo andati a Daegu, una grande città del centro-sud, a quattro ore di auto da Seul: due milioni e mezzo di abitanti e un grande mercato, dove erano in vendita anche i cani, quasi tutti di razza jindo, i ‘cani gialli'. Ovunque vi erano gabbie piene di cani e gatti ad attendere una triste fine e un odore nauseabondo che usciva dalle cucine, un silenzio spettrale. Nessun cane abbaiava, erano troppo terrorizzati per farlo. Le due cose che non dimenticherò mai sono gli occhi di quegli animali e il silenzio. Passando davanti ad una delle tante gabbie mi hanno colpito gli occhi grandi, scuri e tristi di un cagnolino bianco e nero. Quando mi hanno detto che anche lui era destinato alla cucina, allora ho deciso di comperarlo. Non so perché proprio lui.
Si dice che siano gli animali a sceglierci, e in questo caso è andata così. Lui mi ha scelto ed io mi sono lasciato semplicemente scegliere. Inizialmente, d'accordo con la redazione, lui doveva essere dato in adozione a una famiglia italiana. Pensa: nella prima puntata del Pianeta delle Meraviglie di quell'anno, dopo il reportage sulla cinofagia in Corea del Sud, doveva entrare in studio il cane protagonista del filmato...sarebbero arrivate certamente migliaia di richieste di adozione! Ma appena l'ho portato via dal mercato ho cambiato idea, e l'ho tenuto io. Ricordo ancora come gli batteva il cuore mentre uscivamo dal quartiere delle cucine. Quando si è rilassato e non ho più sentito il battito del suo cuore ho avuto paura che morisse, tanto era spaventato. Era talmente impaurito che non abbaiava più. Ha abbaiato per la prima volta dopo quattro giorni che eravamo insieme, per proteggermi da una persona che entrata nella mia stanza.
Dabi (si chiama Davide anche lui, in coreano però, è il nome che gli hanno dato i veterinari locali quando hanno compilato la sua scheda di degenza) da allora fa parte della mia famiglia. Mi ha anche accompagnato in molte trasmissioni: è un cane ‘televisivo'! Volevo risparmiare, almeno a lui, un triste destino, e ho trovato un amico vero, come solo un animale sa essere".
 
Tornando a casa nostra, sappiamo che il cane è al primo posto per te ma ... Gattopoli vorrebbe sapere: cosa pensi dei gatti? Ne avrai visti parecchi durante i tuoi viaggi. Ti è capitato di fare dei reportages a riguardo?
 
"(...) Ho vissuto un'esperienza particolare nel Tempio dei Gatti in Birmania. Ho trascorso una giornata con i monaci di Chau Kon Chià, un monastero buddista che si trova sulle rive del lago Inle, una delle mete più frequentate dai turisti. Fra quanti raggiungono il lago, ben pochi si lasciano sfuggire l'occasione di visitare il tempio dei gatti. Tutto è iniziato 20 anni fa, quando il primo monaco ha iniziato a prenderne qualcuno con sé. Quello che all'inizio era un semplice gioco ha attirato l'attenzione dei visitatori ed è diventato un vero e proprio spettacolo che si ripete più volte al giorno, all'incirca ogni ora. Il tempio praticamente non lo guarda nessuno. Anche fra uno spettacolo e l'altro l'attenzione dei turisti è sempre concentrata sui gatti. Questi gatti avranno imparato a saltare ma soprattutto hanno capito che qui per loro non manca mai da mangiare. Lo scambio è chiaro: i gatti attirano i visitatori, e con loro le offerte, mentre i monaci in cambio garantiscono loro vitto e alloggio. Una situazione curiosa, che a me è sembrata anche un positivo esempio di convivenza fra uomini e animali".
 
di Enrico Finocchiaro

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